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  • Addressee:Filippo Podocataro
  • Place:Firenze
  • Date:1448
  • Source:BNCF

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2 - Vespasiano a Filippo Podocataro.
Firenze, 4 dicembre 1448.

Firenze, Biblioteca Nazionale, Magl. VIII, 1390, f. 102.


Ed. Garin, pp. 68-69; Cagni, p. 118-119.

Firenze, Bibl. Naz., Magl. VIII, 1390, f. 102 Vespasianus Philippo Podaghatero Cyprjo plurimam salutem.
Vehementer me oblectant littere tue, Philippe dulcissime, non eo solum quod tanta facilitate sunt scripte, ut a prisco epistolarum modo nequaquam abhorreant, sed etiam quia cum eas video semper recursat in animo dulcissima recordatio amicitie nostre.
Superioribus vero meis certiorem te reddidi Florentie neminem esse qui ad fragmenta scribat. Reperirentur vero scriptores ad volumina eo pacto quo exoptas, hoc est ut unumquodque latus quinquaginta lineas, versus vero singuli elementa septuaginta continerent.
Pretium unius voluminis essent grossi sex. Littere scriptoris potiores tuis sunt, quarum formam misissem certe cum his litteris, nisi prohibuissent nonnulle occupationes mee. Decerne igitur quicquid tibi videtur, deinde de proposito tuo fac aliquid sentiam.
Praeterea, ut intelligas me sedulo invigilare rebus tuis, certiorem te reddo habuisse me equidem summo labore Lactantium super Statium, optimum sane et emendatum. Forma scripture fusa est et velox. Scribe igitur quid sit agendum.
De Roberto autem nostro nescio quid dicam; postquam enim recessit a nobis, non habui unquam litteras.
Novi solum ex Procuratore regis Anglie laborasse eum diutius nescio morbo quo, demumque ad bonam valitudinem esse redactum. Qui si impresentiarum valet, gaudeo plurimum.
Vale. Ex Florentia, die 4 decembris 1448.

[Nota esplicativa di mano dell'Ammannati]
Labilis dicitur res que apta est ad labendum, non que labitur; sicut amabilis aptus et dignus amari non autem qui amatur; litteratura etiam potius significat litterarum peritiam quam quod intelligi vis. Dices ergo deinceps:
Cursive sunt littere:
Scriptura velox
Scriptura fusa
Scriptura tracta aut aliud eiusmodi

  • Lettera 2

    Autografo di Donato Acciaiuoli (cfr. anche lettera 3, lettera 4, lettera 5) con correzioni interlineari di Iacopo Ammannati Piccolomini (per il quale cfr. lettera 41), già precettore dello stesso Acciaiuoli (Cherubini, Littera fusa, pp. 295-317).

  • "Philippo Podaghatero"

    Filippo Podocataro, umanista cipriota, fu discepolo di Guarino a Ferrara e suo corrispondente. Si trasferì poi in Ungheria al servizio del vescovo di Stigonia Giovanni Vitéz (di cui Vespasiano ha tracciato la vita, Vite, p. 295 [I, 319]).

  • "Ad fragmenta" scribere ... "ad volumina"

    Evidentemente sistema di resa scrittorea opposto alla scrittura "ad volumina", espressione di poco successiva (Cfr. Rizzo, p. 196). Forse potrebbe trattarsi del medievale sistema della 'pecia' universitaria.

  • "...latus quinquaginta lineas, versus vero singuli elementa septuaginta...."

    Si fa riferimento alla possibilità di reperire copisti che da soli lavorino alla copia del codice intero, scrivendo in maniera che ogni pagina ("latus") avesse cinquanta righe e ogni riga settanta lettere ("singuli elementa").

  • "Littere scriptoris"

    Interesse per la grafia ("littere") degli scribi. "Formam", di poco successivo, è da intendersi nel senso di aspetto, modello, ductus dei glifi. Vespasiano riferisce che avrebbe mandato un esempio di scrittura a Filippo se non fosse stato impegnato. Interessante rilevare come fosse pratica comune inviare specimen di scrittura per consentire ai committenti di verificarne la qualità, e decidere quindi la rispondenza al gusto personale.

  • "Lactantium super Statium"

    Lattanzio Placido sulla Tebaide di Stazio. Il codice, ignoto al Petrarca, fu scoperto già dal Boccaccio (Sabbadini, Le scoperte, pp. 28-29 e p. 33).

  • "Forma scripture fusa est et velox"

    Si intenda una scrittura corsiva: dal ductus ("forma") scorrevole ("fusa") e spedito ("velox"). L'espressione "littera fusa et velox", è dovuta a una correzione interlineare apportata da Iacopo Ammannati all'originale "litteratura labilis et corsiva".

  • "Roberto"

    Nella Vita di Andrea Ols (cfr. nota successiva) scritta da Vespasiano si parla di un Roberto Martelli, mercante fiorentino, uomo di fiducia di Cosimo de' Medici. "Una mattina, nel tempo ch'era a Firenze, fece uno convito, e invitò alcuni uomini dotti, fra' quali fu messer Giannozzo Manetti, messer Carlo d'Arezzo, Matteo Palmieri, e altri uomini dotti, e alcuni mercatanti sua amici, fra' quali fu Roberto Martelli" (Vite, p. 289 [I, 312]).

  • "Procuratore regis Anglie"

    Andrea Ols (Andrew Holes), "inghilese, procuratore del re lunghissimo tempo, uomo di grandissima fama e riputazione" di cui Vespasiano ha tracciato un breve profilo nelle Vite (p. 288 [I, 311]). Di lui sappiamo che, nominato procuratore nel 1437, si recò a Ferrara, dove conobbe Guarino Veronese. Studiò a Padova e si trasferì poi a Firenze. Con sicurezza si può affermare che dei ventitre manoscritti identificati posseduti da Holes almeno due provengono dalla bottega di Vespasiano: le Lettere di San Girolamo e una raccolta dei Dialoghi di Cicerone (Oxford, New College 249). Cfr. Weiss, pp. 77-90 e De la Mare, Vespasiano as producer, p. 176.

  • "Nota esplicativa di mano dell'Ammannati"

    Nota già parzialmente edita dal Cherubini (Cherubini, Littera fusa, p. 302). L'Ammannati qui spiega che la corsiva può essere definita "velox" (spedita, ricca di legamenti e forse anche inclinata a destra), "fusa" (scorrevole e fluida), "tracta" (probabilmente 'trascinata', tracciata di seguito). La nota, assente dall'edizione Cagni, è stata editata per dare testimonianza del documento in qualità di fonte, nonostante, a rigore, si tratti di intervento estraneo alla missiva di Vespasiano.