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  • Addressee:Filippo Podocataro
  • Place:Firenze
  • Date:1448
  • Source:BNCF

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3 - Vespasiano a Filippo Podocataro.
Firenze, 9 dicembre 1448.

Firenze, Biblioteca Nazionale, Magl. VIII, 1390, f. 102v.


Ed. Garin, p. 69; Cagni, p. 119.

Firenze, Firenze, Bibl. Naz., Magl. VIII, 1390, f. 102v Vespasianus Philippo Podaghatero Cyprio salutem.
Paucis ante diebus respondidi litteris tuis, Philippe mi. Has scribo, quia audio isthic esse Lycurgi et Numme vitas eleganter conversas. Eas ego habere cupio. Quod si ita est ut intelligo, oro humanitatem tuam ut fusa scriptura ab aliquo ambas transcribi faciat certioremque me reddat de impensa, quam exsolvam grato animo. Ego vero hunc laborem tibi dedo fretus amicitia nostra. Tu, versavice, utere me ut lubet in omnibus rebus, quem certe etiam opinione promptiorem inveneris.
Vale. Ego secundas litteras expecto.
Florentie, die 9 decembris 1448.

  • Lettera 3

    Autografo di Donato Acciaiuoli (cfr. anche lettera 2, lettera 4, lettera 5) con correzioni interlineari di Iacopo Ammannati (Piccolomini) (per il quale cfr. lettera 41).

  • Filippo Podocataro

    Per il Podocataro cfr. lettera 2.

  • "audio isthic esse"

    Interessante la richiesta del libraio che ha sentito che lì esiste ("audio isthic esse") un codice delle Vite di Licurgo (cfr. nota successiva) tradotte ("eleganter conversas"). Probabilmente lì è a Ferrara, dove il Podocataro si trovava presso la scuola di Guarino (cfr. anche lettera 2). L’unica traduzione allora nota era quella del Filelfo, che voltò la coppia nel 1432. È lo stesso Filelfo che ricorda la traduzione (“ex Plutarcho vitas feci Latinas”) in una lettera al Bussi del 1471 (cfr. Giustiniani, p. 15, n. 1). Ma ancora prima, per la precisione nel 1452, è Malatesta Novello che chiede al Filelfo dove procurarsi una lista delle traduzioni delle Vite di Licurgo e Numa. Il Filelfo gli ricorda le sue traduzioni, le uniche di cui egli sia al corrente: “Unum scio, Lycurgi, ac Numae Pompilii vitas, quae apud Plutharcum in ordinae [sic] primae sunt, mea interpraetatione latinas esse factas” (Francisci Philelphi, f. 81r). Il Filelfo suggerisce dunque al Malatesta di rivolgersi in Firenze (cfr. Chines, pp. 95-102).

  • Lycurgi et Numme vitas

    Vite di Licurgo e Numa, una coppia di Vite della raccolta plutarchea. Si tratta di un testo caro a Vespasiano. Sulle Vite plutarchee cfr. anche lettera 9 e lettera 10 di Niccolò Perotti a Vespasiano; lettera 17 e lettera 18 di Vespasiano a Piero de' Medici.

  • "fusa scriptura"

    Il testo riporta "litteratura labili" sostituito poi con "fusa scriptura", aggiunto in interlinea dall'Ammannati (cfr. anche lettera 2). Secondo la Rizzo, p. 6, il significato di “fusa scriptura” allude ad una trascrizione solo provvisoria. Queste due vite occorrevano infatti a Vespasiano al fine di inserirle nel corpus di Vite plutarchee tradotte che stava allestendo per Piero di Cosimo de' Medici in due sontuosi codici (dalla maggior parte degli studiosi creduti gli attuali Laur. 65, 26 e 27 ma cfr. lettera 17 e lettera 18). Cfr. anche Campana, Una lettera, pp. 171-178.