Piero Acciaiuoli
a Vespasiano salutem
dicit.
Vespasiane carissime et cetera. Io ho la tua de dì 14
di Maggio et sonmi gratissime le nuove mi scrivi. Io di qua
non ho che advisarti di nuovo, se non che ne' dì passati
si fece uno degno acto et solemne. Nostro
Signore
mandò per tutti e Cardinali et per tutti gli ambasciadori
et per molti vescovi et prelati et per gli auditori di Ruota;
et facto sedere ogni huomo a' luoghi sua, e' venne parato in
pontificale. Di poi fece chiamare gli ambasciadori Aquilani,
ai quali, inginochiatisi nel mezzo di quella congregatione,
disse che stessono a udire alchune cose che sarebbono lecte
loro, et di poi lui direbbe la sua intentione.
Lèssesi uno processo et sententia, nella quale principalmente
si conteneva e capitoli facti della triegua, et apresso e capitoli
ch'eglino avevano del bestiame loro colla doghana di qui.
Di
poi si mostrò che per molte cose, le quali havevano facte
dal tempo si fece la triegua in qua, et di poi ebbono la sicurtà
et capitoli della doghana, che avevano rocti decti capitoli
per riceptare il Conte
Joanni per dare favore a' nemici della Chiesa;
per le quali cose erano rebelli et perduta ogni sicurtà.
Et fece mettere in su decto processo le ragioni che loro potrebbono
alleghare in contrario et dubij si potevano muovere, et tutti
li mandò per terra, et solvè qualunche cosa si
potesse opporre. Di poi fece leggere la sententia degli auditori
di Ruota, i quali, examinato tutte queste cose, havevano giudicato
essere perduto il bestiame loro, et appartenersi et doversi
confiscare alla Camera Apostolica. Et domandò gli auditori
di Ruota, e quali erano presenti, se s'accordavano a questo
giudicio, et tutti affermorono di sì.
Facto questo, Nostro
Signore parlò et disse: «Voi
havete inteso la sententia che con diligente examina hanno data
gli auditori di Ruota; et il giudicio loro non è giudicio
volgare, ma è quello che giudica universalmente tutti
e Christiani. Et secondo la giustitia, il bestiame come vedete
è della Camera Apostolica. Et sono molte ragioni m'exortano
che lo debba seguitare questa via della giustitia, et dall'altra
parte ce n'è molte mi flectono alla misericordia.
Quelle mi muovono, mi exortano, m'incitano alla giustitia sono queste: la superbia et ignorantia vostra, che non vi ricordate che voi siete subditi di Sancta Chiesa, licet mediate, et dovete obedire a quella et a' Principi ch'ella vi prepone. Et voi havete facto l'opposito a questo, che vi siete levati contro a quello che intendete ch'è il volere di Sancta Chiesa, et ribellatovi da quello ch'ella ha coronato Re, contro il quale siete proceduti con dare continuamente vettovaglie et ricepto a' nimici sua et colle facultà vostre et etiandio col proprio sangue. Muoveci anchora la vostra ingratitudine a dovere seguitare questa sententia et giustitia, peroché voi non vi ricordate di molti grandi et excellenti benefici ricevuti da Sancta Chiesa, et molti se ne potrebbono riducere a memoria. Ma basti solo ricordarvi questo: che l'aiuto et favore di Santa Chiesa vi liberò dalla obsidione della fame et dalla servitù del crudelissimo et superbissimo capitano di Braccio; et non fu Casa di Colonna quella vi liberò, ma fu Sancta Chiesa: come se al presente vi liberassimo noi, non sarebbe la Casa de' Piccoluomini, ma sarebbe Sancta Chiesa. E' vi si può etiandio arricordare perché già veggiamo l'avete messo in oblivione che fumo contenti l'anno preterito levar via l'exercito nostro et rimettervi ogni errore commesso. Et pertanto questa vostra ingratitudine et ignorantia, come ho decto, ci muove a ffare giustitia. Dall'altra parte <siamo> indocti alla misericordia, havuto rispecto principalmente a questo Solio, et apresso a quello sia conveniente del Pontificato, et volendo oltr'a questo imitare la consuetudine de' mia predecessori.
Et
pertanto, considerando più quello che è conveniente di noi, che
quello che meriterebbono gli errori vostri et quelli havete ficto
pel passato, et i proximi che animosamente havete facto inverso
di Sermona; et havuto rispecto a quello vostro popolo, el quale
sappiamo che non volontariamente trascorre in questo errore, perché
di loro natura e popoli sono buoni, ma sono sforzati da li scandalosi
et turbatori di pace et di quiete; mossi adunque da queste cagioni,
siamo contenti usare la clementia et misericordia Verso il popolo
vostro, et rimettervi, donarvi et liberarvi il bestiame vostro,
sperando che per l'avenire qualche volta seguiterete il vero lume.
Et quando pure volessi perseverare nella iniquità et pertinacia
vostra, coll'aiuto dell'Altissimo Idio aspecterete la punitione
et correptione di Sancta Chiesa».
A queste parole rispuosono gli ambasciadori Aquilani sotto brevità,
ringratiando la Sanctità Sua. Fu acto degno, respecto alla presentia
et celebrità di molti prelati et signori et apparato pontificale,
et rispecto alla oratione di Nostro Signore che fu molto elegante.
Di qua non ho d'avisarti altro. Circa alla faccenda mi scrive
Pandolfo, li risponderò per una mia domane a pieno. Il Re doveva
uscire in su' campi di questa septimana et andare nel contado
di Sexa. Io studio con diligentia quello ho a ffare, ma questa
si chiama Corte et è lungha, et cominciaci a esser caldo et assai
polvere.
Il
Papa va domane a Albano a stare col
Camarlingho, il quale ha messo
a ordine in modo sarebbe abastanza a uno di quelli imperadori
antichi, et facto camere et stanze di frasche et di fiori. Et
dell'argenteria et altri apparati non ti dico nulla! Stimo andarvi
una sera, et tornerommi in Tusculano al luogo di Niceno. Et né
altro.
De' facti d'Alberto scriptore
mai mi rispondesti nulla, né tu né ser
Griso.
Ex Urbe, 23 maij 1463.