Illustrissimo principi
et clarissimo domino, post humile recomendatione
premissa etc.
Adì 9 scripsi alla vostra illustrissima Signoria
d'uno degno facto d'arme facto in Valachia: aretela <ha>vuta.
Di nuove qui sono poche chose degne. Aspectasi la speditione
di questa pace da Roma, che chome havete inteso l'ha
prolunghata infino adì 15, e il simile farà per
torre tempo alla lega e avere meso a pratichare
di nuovo cho' Cardinali. Pare abbi pocha voglia
abbi conclusione, e se potrà etiam none
farà nulla. Solo resta a che via vanno i vinitiani: che
se hanno retifichato, chome ce ne sono lettere da Roma, non
è molto buono segnio, perché di principio quando
il Papa
lo publichò, i principali di Vinegia ne feciono infra
loro grande allegreza; di poi, chom'eglino vidono la lega non
retifichare, cominciorono in publicho a biasimare e dire che
il Papa
haveva facto male a publicharla in questa forma. Sendosi mossi
hora a retificare, sarebbe l'opposito a quello hanno detto,
e non pare molto buono segnio di volere la pacie. Dubito che
i manchamenti d'altri non gli faccino più gagliardi che
di loro natura non sarebbono, e voglia Iddio che l'abbi buono
fine. Se ogniuno havessi facto quello ha facto la Maestà
del Re
vostro padre, di far<e>
<l>ui provedimenti sanza andare mendichando la
pacie, e chi ha aspectato gli sia domandata per aventura l'arebbe
domandato lui. Alla lega le chose sono qui e possonsi più
tosto riprendere che emendare, e presto si vedrà che
fine arà.
I merchatanti venghono da Lione dichono l'acchordo di Philippo
Monsigniore none havere efecto e che per tutto
si dice lui esser d'achordo chol Ducha
di Borghognia:
che se fussi vera none
molto buona novella, ed è per aventura di quelle
chose fa istare fermi i Vinitiani e pigliare animo più
none arebbono.
Se l'achordo del Turcho fussi seguitato che non è né il simile
arà luogho, sarebbono montati in luogho non si potrebbe con loro.
Quando sentirò chosa alchuna degnia, credendo fare chosa sia grata
alla illustrissima vostra Signoria, <lo farò> d'una bonissima
voglia. Se il mio scrivere vi paressi lungho, chome ho iscritto
piu volte alla Maestà del Re, inputatelo a una singulare fede
e devotione ho allo stato di Sua Maestà e della vostra
illustri<ssi>ma
Signoria, alla quale quanto più posso mi rachomando.
In Firenze, adì 12 di marzo 1467.
Vestre Illlustrissime Dominationis Servus
Vespasiano di Philippo
[a tergo]
Vespasianj de Philippo,
16 marcij 1468.
<Illustrissimo>
Principi et clarissimo Domino, <Domino> Alfonso Dei gratia
Regis <Prim>ogenito et Illustrissimo Duci <Cha>labrie
Domino ac benefactorj <meo> singularissimo.
A Chascina.