Messer Giannozo Manetti a Vespasiano
salute.
Il primo et solo de' nostri ch'io avisassi come io m'ero achoncio
colla Maestà del Re fusti tu, col
quale io ho volentieri comunicato tutte le mie faccende di maggiore
importanza; et chosì è mia intentione di perseverare per l'avenire,
benché io sia absente, per la fede et charità che io ho sempre
trovata in te. Et però mi dispiace che della lettera non fusse
facto quel servigio che io desideravo. Pure, poi che tu l'hai
avuta, ne sono contento.
Io
attendo m'abbi serbato i libri di che ti richiesi, et chosì
disidero che tu satisfacci ad una voglia che m'è venuta:
d'avere e testi buoni
colle chiose di ragione civile et canonica. Et però
t'aviso che io gli vorrei buoni
et colle chiose.
Ma vorrei averne a piacere, et ho caro l'aviso mi dài
d'averne de' buoni nell'una
facultà et nell'altra, et spetialmente di Messer
Valasco. Et pertanto circa a questa parte conchiudo
che tu t'ingegni ch'io gli abbi per pregio ragionevole et con
qualche piacere, di che ti resterò singularmente oblighato.
Et anchora vorrei che tu mi trovassi un buono scriptore.
Fallo, che te ne priego.
Io ebbi molto caro che Piero
pigliassi sicurtà in me nel dare commissione che si comperassino
que' due volumi et di Celso
et dell'Epistole ad Atticum,
et secondo mi paresse si paghasse il prezo, perché disidero
compiacergli in qualunche cosa possibile. Et però incontanente
che Giovanni Tornabuoni
mi fece l'ambasciata per sua parte, andamo alla bottega di Giovanni
et di Francesco
cartolai, et trovamo che non haveva l'Epistole,
ma sì el Cornelio,
et era a vedere da chi ne dava ducati
18. Facemo si riebbe. Et non ne volendo meno che ducati
22, me n'achozai con Matteo Baroncegli
che n'ha la cura di vendergli, et ridussilo a ducati
20 di camera, et così s'è comperato.
Et benché paia un poco caro, nientedimeno il volume e
di qualità che gli è bello et buono et vagli.
Et tanto cerchamo et tanto investigamo dell'Epistole,
che noi le trovamo nelle mani d'Ambruogio
Spannochia, che l'ha <a>
pegno dall'Arcivescovo
di Spalatro nipote che fu del Vicecancelliere;
et non si possono vendere sanza sua licentia. Et benché
di tutto et Giovanni
et io n'avisiamo Piero,
nientedimeno mi pare utile che tu gli riferisca quanto in questo
capitolo si contiene.
A' piaceri tuoi. Che Christo di mal ti guardi.
In Roma, adì
17 di gennaio 1455.